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Decima Giornata Nazionale del Teatro in Carcere e 61° World Theatre Day




CARTOCETO, 26 Marzo 2023

Giunge alla sua decima edizione

la Giornata Nazionale del Teatro in Carcere

dal 27 marzo (World Theatre Day) al 30 aprile 2023 in tutte le Regioni italiane


Il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, organismo costituito da oltre cinquanta esperienze teatrali diffuse su tutto il territorio nazionale e il Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità), organizzano la Decima Edizione della Giornata Nazionale del Teatro in Carcere, iniziativa inaugurata nel 2014 avendo come riferimento primo il World Theatre Day (Giornata Mondiale del Teatro), promossa dall’ITI Worldwide-Unesco (International Theatre Institute, organizzazione operante in ambito culturale, presente in circa 100 nazioni), che partecipa alla condivisione ed alla promozione dell’evento, anche attraverso il proprio centro italiano. La Decima Edizione della Giornata Nazionale del Teatro in Carcere si inquadra in un più ampio e articolato programma di collaborazione previsto dal Protocollo di Intesa sottoscritto per la prima volta nel 2013 e rinnovato il 3 maggio 2022 per un nuovo triennio dal Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, dal Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità) e dall’Università Roma Tre (http://www.teatrocarcere.it/?p=4380). Anche per il 2023, considerata l’importanza e il rilievo nazionale e internazionale dell’iniziativa, il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere in accordo e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con il Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità, hanno invitato i vari contesti del circuito per la Giustizia minorile e di comunità e le Direzioni degli Istituti Penitenziari, le associazioni, le compagnie teatrali, i singoli operatori, gli enti e organismi che operano negli Istituti, a promuovere e ideare eventi, spettacoli, incontri, iniziative di confronto e dibattito “dentro e fuori” dagli Istituti. Per consentire la massima partecipazione è possibile promuovere manifestazioni, eventi ed iniziative nel periodo che va dal 27 marzo (data ufficiale del World Theatre Day) al 30 aprile 2023. A cura del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere il compito di stilare il programma del cartellone nazionale di tutte le iniziative, aggiornandolo sul Sito www.teatrocarcere.it

L’edizione 2023 è stata preceduta il 23 febbraio, nel corso del 36° Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro da un approfondito e molto apprezzato intervento di Vito Minoia, Presidente del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere (CNTiC) e Coordinatore dell’International Network Theatre in Prison (INTiP) dal titolo: “Il teatro in carcere come oasi di possibilità e il suo potenziale di autoeducazione e libertà”. L’esperienza della Rete italiana, fondata nel 2011, è infatti considerata una “buona pratica” a livello internazionale e ne è stata testimonianza anche la nona edizione del Rassegna itinerante Destini Incrociati che, promossa dal CNTiC, a novembre 2022 a Venezia ha ospitato Tobias Biancone e Chen Zhongwen direttore e vice direttore generale dell’ITI Unesco, dedicando una giornata a esperienze realizzate in USA, Cile, Portogallo, Spagna, Germania, Grecia, Libano(https://www.youtube.com/watch?v=mIxhk3mJrSQ).

Il Programma della Decima Giornata Nazionale di Teatro in Carcere, già avviato con alcune iniziative negli Istituti penitenziari di Potenza (“Teatro Oltre i Limiti” a cura della Compagnia teatrale Petra) e Busto Arsizio (“Dialoghi e azioni tra teatro e carcere” con l’Associazione L’Oblò Liberi Dentro) e presso il Teatro Giacosa d Ivrea (spettacolo “Fahrenheit 451” con attori detenuti a cura della Compagnia Teatro a Canone), sarà aperto ufficialmente il 27 marzo 2023 da eventi nei contesti universitari di Venezia Ca’ Foscari (con Balamòs Teatro), Urbino (con Vito Minoia e con il Teatro Universitario Aenigma), Roma Tre (con Fabio Cavalli) e dagli eventi spettacolari dedicati da compagnie penitenziarie di Roma Rebibbia (“Grübler, ovvero la formula della libertà” di Laura Andreini – Centro Studi Enrico Maria Salerno), Genova Marassi (prova generale del “Riccardo III” di Teatro Necessario), Milano Bollate (con “Noi che da oggi…” della Compagnia d’Istituto e “V’angelo” di Ippolita Baldini e Francesca Porrini).

Nel corso del periodo di riferimento altri spettacoli saranno presentati anche negli istituti di Orvieto (“That’s Amore” regia di Patrizia Spagnoli), Voghera (“Una solitudine troppo rumorosa di B. Hrabal”, regia di Davide Ferrari), Siena (“Canto XXI dell’Inferno” a cura di LaLut), Fossombrone (“La Giara” di Pirandello), Viterbo e Velletri (“Pinocchio” e “L’impossibile è possibile” a cura di King Kong Teatro). Non manca, come sempre, una grande attenzione al rapporto tra Scuola e Carcere con iniziative laboratoriali specifiche di collaborazione (fino alla possibilità di far recitare detenute e detenuti con universitari, adolescenti e preadolescenti) negli istituti di Pesaro, Siena, Livorno, Velletri, Porto Azzurro. Altri progetti negli Istituti di Torino, Bari, Ariano Irpino, Benevento, Cosenza, Rossano sono stati associati alla manifestazione nazionale.

Non meno significative le iniziative dedicate nei contesti di Giustizia Minorile e di Comunità di Firenze, Pontremoli, Catania a cura dell’Associazione La Poltrona Rossa e Pesaro (con il Teatro Aenigma, anche sulle tematiche di Giustizia Riparativa).

Tante ancora le iniziative di prossima programmazione in tutte le Regioni italiane che troveranno spazio, fino al 30 aprile, nel cartellone aggiornato in itinere costantemente*. Le manifestazioni saranno seguite con attenzione dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e dalla Rivista Europea “Catarsi-Teatri delle diversità”, animatrice quest’ultima della nascita del Coordinamento tra le esperienze.

In tutti i contesti sarà data lettura, come da tradizione, del Messaggio internazionale per la Giornata Mondiale del Teatro affidato dall’ITI Unesco a una personalità della cultura mondiale per testimoniare le riflessioni vive sul tema del teatro e della cultura della pace. Quest’anno la scrittura del testo è stata affidata all’attrice egiziana Samiha Ayoub.



Ufficio Stampa

Romina Mascioli 333 6564375 – mascioli.stampa@gmail.com

Via Peschiera n. 30 – 61030 Cartoceto (Pesaro e Urbino) - www.teatrocarcere.it






*Le direzioni degli Istituti Penitenziari e i vari soggetti proponenti, sono invitati a comunicare il proprio programma di iniziative ed eventi all’indirizzo teatrocarcereitalia@libero.ite agli indirizzi di riferimento per il DAP (ufficio.stampa@giustizia.it) e per il DGMC (dgpram.dgmc@giustiziacert.it).




Samiha AYOUB (Attrice egiziana)

Attrice egiziana, nata nel quartiere Shubra del Cairo. Si è diplomata all'Istituto superiore di arti drammatiche nel 1953, dove ha seguito l’insegnamento del drammaturgo Zaki Tulaimat. Nel corso della sua carriera artistica ha recitato in circa 170 opere teatrali, tra cui Raba'a Al-Adawiya, Sekkat Al-Salamah, Blood on the Curtains of the Kaaba, Agha Memnon, Il Cerchio di Gesso del Caucaso. Sebbene abbia lavorato soprattutto nel mondo del teatro, ha interpretato molti ruoli anche nel cinema e in televisione. Nel cinema si è distinta per diversi film, tra cui The Land of Hypocrisy, The Dawn of Islam, With Happiness, Among the Ruins. E in televisione ha presentato molte opere importanti, tra cui Stray Light, Time for Rose, Amira ad Abdeen, Al-Masrawiya. Ha ricevuto molte onorificenze da diversi presidenti, tra cui Gamal Abdel Nasser e Anwar Sadat, e dal Presidente siriano Hafez al-Assad e dal Presidente francese Giscard d'Estaing.


Messaggio della Giornata Mondiale del Teatro 2023 di Samiha AYOUB


A tutti i miei amici artisti di teatro di tutto il mondo,

Vi scrivo questo messaggio in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, e per quanto mi senta estremamente felice di rivolgermi a voi, ogni fibra del mio essere trema sotto il peso di ciò che tutti noi stiamo soffrendo - artisti di teatro e non- a causa delle pressioni schiaccianti e dei sentimenti contrastanti che suscita la condizione attuale del mondo. L'instabilità è il risultato diretto di ciò che il nostro mondo sta attraversando oggi in termini di conflitti, guerre e disastri naturali che hanno avuto effetti devastanti non solo sul nostro mondo materiale, ma anche sul nostro mondo spirituale e sulla nostra pace psicologica.

Vi parlo oggi mentre ho la sensazione che tutto il mondo sia diventato come isole disperse, o come navi che fuggono in un orizzonte denso di nebbia, ciascuna spiegando le vele e navigando senza guida, senza riuscire a vedere nulla dell'orizzonte che dovrebbe guidarle e, nonostante ciò, continuando a navigare, sperando di raggiungere un porto sicuro che la accolga dopo le lunghe peregrinazioni in mezzo a un mare furioso.

Il nostro mondo non è mai stato così strettamente connesso come lo è oggi, ma allo stesso tempo non è mai stato più dissonante e non siamo mai stati così lontani gli uni dagli altri come lo siamo oggi. Qui sta il paradosso drammatico che ci impone la nostra contemporaneità. Nonostante ciò a cui assistiamo rispetto alla convergenza nella circolazione delle notizie e delle comunicazioni che ha portato ad infrangere tutte le barriere dei confini geografici, i conflitti e le tensioni a cui il mondo sta assistendo hanno superato i limiti della percezione logica, creando, in mezzo a questa apparente convergenza, una divergenza fondamentale che ci allontana dalla vera essenza dell'umanità nella sua forma più semplice.

Il teatro nella sua essenza originaria, è un atto puramente umano basato sulla vera essenza dell'umanità, che è la vita. Come diceva il grande pioniere Konstantin Stanislavskij: "Non entrate mai a teatro con il fango ai piedi. Lasciate la polvere e lo sporco fuori. Lasciate le vostre piccole preoccupazioni, i litigi, le piccole difficoltà alla porta assieme ai vostri indumenti esterni- tutte quelle cose che vi rovinano la vita e distolgono la vostra attenzione dalla vostra arte." Quando saliamo sul palco, saliamo con la sola vita di un essere umano in noi, ma questa vita ha una grande capacità di scindersi e di riprodursi per trasformarsi in tante vite che diffondiamo in questo mondo affinché esso prenda vita, fiorisca e diffonda i suoi profumi.

Quello che facciamo nel mondo del teatro, come drammaturghi, registi, attori, scenografi, poeti, musicisti, coreografi e tecnici -tutti noi nessuno escluso- è un atto di creazione della vita che non esisteva prima di salire sul palcoscenico. Questa vita merita una mano premurosa che la tenga, un petto amorevole che la accolga, un cuore gentile che provi empatia per essa ed una mente sobria che le fornisca ragioni per continuare e sopravvivere.

Non esagero quando dico che quello che facciamo sul palco è l'atto stesso della vita, generata dal nulla, come una brace ardente che brilla nell'oscurità, illuminando le tenebre della notte e riscaldando la sua freddezza. Siamo noi che diamo alla vita il suo splendore. Siamo noi che la incarniamo. Siamo noi che la rendiamo vibrante e significativa. E siamo noi a fornire le ragioni per capirla. Siamo noi che usiamo la luce dell'arte per affrontare l'oscurità dell'ignoranza e dell'estremismo. Siamo noi che abbracciamo la dottrina della vita, affinché la vita si possa diffondere in questo mondo. Per questo mettiamo tutto il nostro impegno, tempo, sudore, lacrime, sangue e nervi, per raggiungere questo alto messaggio, per difendere i valori della verità, della bontà e della bellezza, nel convincimento che la vita meriti veramente di essere vissuta.

Vi parlo oggi, non così per parlare, e nemmeno per celebrare il padre di tutte le arti, il “teatro”, nella sua giornata mondiale. Vi invito piuttosto a stare insieme, tutti noi, mano nella mano, spalla a spalla, per gridare a squarciagola, come siamo abituati a fare sui palcoscenici dei nostri teatri, per far uscire le nostre parole, per risvegliare la coscienza del mondo, per cercare dentro di noi l'essenza perduta dell'umanità. L'essere umano libero, tollerante, amorevole, comprensivo, gentile ed accogliente, che rigetta questa vile immagine di brutalità, razzismo, di conflitti sanguinosi, di un pensiero unilaterale ed estremista. Gli esseri umani hanno camminato su questa terra e sotto questo cielo per migliaia di anni e continueranno a camminare. Pertanto togliete i piedi dal fango delle guerre e dei conflitti sanguinosi e lasciate questi ultimi all’entrata del palcoscenico.

Forse allora la nostra umanità, che si è offuscata nel dubbio, diventerà di nuovo una certezza che ci renderà tutti orgogliosi di essere umani e di essere fratelli e sorelle nell’umanità.

È la nostra missione, di noi drammaturghi, portatori della fiaccola della luce, sin dalla prima apparizione del primo attore sul primo palcoscenico, di essere in prima linea nell'affrontare tutto ciò che è brutto, sanguinario e disumano, mettendolo a confronto con tutto ciò che è bello, puro e umano. Noi, e nessun altro, abbiamo la capacità di diffondere la vita. Diffondiamola insieme per il bene di un unico mondo e di un'unica umanità.

Samiha Ayoub


Tradotto da: Roberta Quarta, Centro Italiano ITI



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