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LABIRINTI. II sessione del Progetto "Il filo di Arianna" (Venezia 22-27 settembre 2025)

  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 6 min

LABIRINTI

II edizione del progetto triennale IL FILO DI ARIANNA,

Venezia, Casa Circondariale Santa Maria Maggiore, 22 - 27 settembre 2025


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LABIRINTI (seconda tranche del progetto triennale IL FILO DI ARIANNA) è un laboratorio di formazione e specializzazione dedicato ai linguaggi e alle pratiche di teatro in carcere, diretto da Michalis Traitsis del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, in collaborazione con Patrizia Ninu e Lara Patrizio.

“Il filo di Arianna” è un’espressione che rinvia immediatamente al mito greco di Minosse e del Labirinto. È il filo che servì a Teseo per trovare l’uscita dal labirinto di Minosse dopo aver ucciso il Minotauro. Oggi si utilizza questa espressione per indicare la necessità di trovare strumenti e occasioni per uscire da situazioni particolarmente complesse.

Anche per questo si è scelto di denominare in tal modo il progetto di formazione e specializzazione su linguaggi e pratiche di teatro in carcere che il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere ha pensato di organizzare in tre fasi diverse. Ciascuna tranche si avvale della conduzione di maestri di teatro che operano da diversi anni nelle carceri.

Dopo la prima edizione del progetto dal titolo “Metamorfosi” diretta da Gianfranco Pedullà (Compagnia Teatro Popolare d’Arte), realizzata nella Casa Circondariale di Pesaro nel dicembre del 2023, la seconda edizione dal titolo “Labirinti”, sarà diretta da Michalis Traitsis (Balamòs Teatro) e si svolgerà alla Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia nel settembre del 2025, mentre la terza edizione del progetto sarà diretta da Grazia Isoardi (Compagnia Voci Erranti).

“Labirinti” è un luogo in cui è facile perdere l’orientamento. L’archetipo del labirinto contiene più di un livello simbolico. Il labirinto non è in assoluto il luogo da cui è impossibile uscire. Può essere invece il luogo da cui si può uscire, seppure passando attraverso un sentiero difficile e intricato che prevede il superamento di una prova. Il labirinto, se per un verso rinchiude in prigione, per un altro verso indica un tracciato, segna una via. Esso è un luogo di passaggio in uno scenario di transizione. Nel labirinto si discende e poi si risale ripercorrendo i propri passi. Chi esce dal labirinto ne esce come rinato in una nuova fase o piano dell’esistenza. Ma potrebbe essere vero anche il contrario, e cioè che il labirinto sia invece il luogo in cui non si fa altro che ritornare sui propri passi, in cui si è condannati a svolgere e poi a riavvolgere un filo in un movimento perpetuo di suprema insensatezza. Il viaggio nel labirinto può essere la discesa nei misteri della propria mente, una catabasi nell’oscurità dell’inconscio. Il labirinto, insomma, come specchio della psiche e figura dell’inconscio, come luogo in cui sono depositate tutte le esperienze, passate, presenti, future, di ogni essere umano.

Il laboratorio “LABIRINTI” prevede sei giorni dedicati interamente ad approfondire tecniche espressive e metodologie attraverso cui si possa sperimentare una corretta relazione (pedagogica, artistica e umana) tra un gruppo di detenuti - interessati a praticare un’esperienza teatrale - e un gruppo di persone che già operano o che vorrebbero operare professionalmente in tali contesti. Tutto il lavoro sarà realizzato alternando sedute laboratoriali dentro e fuori dall’istituto penitenziario.


Il progetto si realizzerà nella Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia, dal 22 al 27 di settembre 2025, sarà diretto da Michalis Traitsis responsabile del progetto teatrale Passi Sospesi negli Istituti Penitenziari di Venezia, con la collaborazione artistica di Patrizia Ninu e Lara Patrizio.

Gli orari giornalieri saranno: ore 9.00 - 12.00 e ore 14.00 - 18.00, con orario fuori dal carcere 19.00 - 20.00 per una verifica del lavoro con il gruppo esterno.

A conclusione del progetto si presenterà uno studio teatrale che vedrà riuniti i due gruppi coinvolti (detenuti e esterni), e avrà il valore di restituzione dell’esperienza attraverso un video documentario, che sarà poi presentato alla XI edizione di DESTINI INCROCIATI, rassegna nazionale di teatro in carcere, progetto Le Città Visibili, che si terrà a Firenze/Livorno/Gorgona dal 12 al 15 novembre 2025, a cura del Teatro Popolare d’Arte e del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere con il sostegno del Ministero della Cultura, Ministero della Giustizia, Regione Toscana, Comune di Livorno.

Il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere effettuerà una selezione tra le domande pervenute entro il 7 settembre 2025 con curriculum personale e lettera motivazionale dei candidati da inviare a teatrocarcereitalia@libero.it I richiedenti selezionati potranno usufruire della formazione gratuitamente coprendo in autonomia i costi di vitto e alloggio a Venezia e sarà rilasciato un attestato di partecipazione.


I conduttori del progetto Il Filo di Arianna


GIANFRANCO PEDULLA' - studioso e regista della Compagnia Teatro Popolare d’Arte e del Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze) - si è specializzato sul teatro europeo del Novecento. Alla fine degli anni Ottanta ha rilanciato l’interesse su Gordon Craig in Italia. Ha studiato a Parigi con G. Banu, seguendo le prove dell’allestimento del Maharabharata di Peter Brook. Nel 1991 ha conseguito il dottorato con una ricerca su Il teatro italiano nel tempo del fascismo. Ha realizzato innumerevoli regie sui grandi testi del Novecento e ha scritto anche molti testi originali. Da oltre trent'anni conduce un’intensa attività di pedagogia teatrale sia nel mondo della scuola che nelle istituzioni carcerarie. Nel 2007 ha pubblicato “Alla periferia del cielo” (Titivillus), un volume sulle sue intense esperienze teatrali nel carcere di Arezzo. Sempre nel 2007 ha ricevuto il “Premio Franco Enriquez” dal Centro Studi Franco Enriquez per il suo impegno civile nel teatro. È tra gli ideatori di “Destini Incrociati”, rassegna nazionale di teatro in carcere. Ha insegnato per alcuni anni - come docente a contratto - all’Università di Cassino e presso il Pro.Ge.A.S. di Prato (Università di Firenze). Dal 2008 dirige il Teatro delle Arti di Lastra a Signa/Firenze. Dal 2020 ha creato la “Trilogia del mare” presso la Casa di reclusione dell’isola di Gorgona (Livorno).


MICHALIS TRAITSIS è regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro. Dopo una carriera come attore, dal 2005 ad oggi conduce con Balamòs Teatro la progettazione, organizzazione e direzione di progetti teatrali con una marcata matrice pedagogica, nelle scuole di ogni ordine e grado, nell’università, nei centri di disturbo psichico, nel campo del disagio fisico e neurologico, nelle aree urbane degradate, nelle carceri, in Italia e all’estero. Ha pubblicato articoli e tradotto libri di teatro. In particolare dal 2005 a oggi conduce i laboratori teatrali L’arte del teatro e dell’attore al Centro Teatro Universitario di Ferrara e dal 2006 ad oggi il progetto teatrale Passi Sospesi negli Istituti Penitenziari di Venezia E’ membro fondatore e membro del gruppo di progettazione del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere.


MARIA GRAZIA ISOARDI inizia a lavorare nell’ambito del teatro sociale nel 1999, con un gruppo di malati ed infermieri dell’Ex Ospedale Psichiatrico di Racconigi e dal 2002 gestisce il Laboratorio Teatrale Permanente per i detenuti del Casa di Reclusione di Saluzzo. Ha fondato l’Associazione Voci Erranti di cui è Direttore Artistico, è co-fondatrice del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, formatrice teatrale per docenti, operatori socio-sanitari e docente del corso Teorie e pratiche del dialogo educativo per gli studenti della Scuola Educatori, Università agli Studi di Torino. È autrice, regista teatrale, organizzatrice di eventi culturali. Ha pubblicato il libro “La Soglia. Vita, carcere, teatro”. Edizioni Gribaudo 2004 e “Il bosco buonanotte” Edizioni Scrittura pura 2020.


Il COORDINAMENTO NAZIONALE TEATRO IN CARCERE (http://www.teatrocarcere.it), presieduto da VITO MINOIA, docente in discipline dell’educazione e dello spettacolo all’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, è stato costituito nel 2011 nell’ambito dell’XI convegno internazionale della Rivista europea “Catarsi-teatri delle diversità” con la finalità di offrire progettazione, relazione, luoghi di confronto e di qualificazione del movimento teatrale sorto all’interno delle carceri italiane negli ultimi quaranta anni. Nel 2013 il CNTiC stipula con il Ministero della Giustizia un Protocollo d’Intesa per la Promozione del Teatro in Carcere in Italia, rinnovato per il quarto triennio a maggio 2022 (http://www.teatrocarcere.it/?p=4380) con la partecipazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità, dell’Università Roma Tre. Tra le iniziative più significative la Promozione della Giornata Nazionale del Teatro in Carcere in concomitanza con il World Theatre Day (ideato dall’International Theatre Institute - Unesco) e l’organizzazione della rassegna nazionale itinerante di teatro in carcere “Destini Incrociati” realizzata a Venezia dal 23 al 25 novembre 2022 per la sua nona edizione (http://www.teatrocarcere.it/?p=4418), con una sezione internazionale grazie alla collaborazione con l’International Network Theatre in Prison (INTiP).

 
 
 

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