Destini Incrociati, Rassegna Nazionale di Teatro in Carcere a Roma dal 17 al 20 novembre 2021
Rassegna nazionale di Teatro Carcere
"DESTINI INCROCIATI"
(Edizione VII e VIII)
Roma 17,18,19, 20 novembre 2021
Nell’ambito di Destini incrociati – Progetto Nazionale di Teatro in Carcere
a cura del Teatro Universitario Aenigma e del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere
con il sostegno di
MiC Ministero della Cultura / Direzione generale dello Spettacolo
con il Patrocinio di
Ministero della Giustizia
e le collaborazioni di
Università degli Studi Roma Tre
Associazione Nazionale Critici di Teatro (A.N.C.T.)
AGITA Teatro
Si terrà a Roma, da mercoledì 17 a domenica 20 novembre, Destini Incrociati, rassegna nazionale di teatro in carcere, con la direzione artistica di Ivana Conte, Grazia Isoardi, Vito Minoia, Valeria Ottolenghi, Gianfranco Pedullà, Michalis Traitsis, Valentina Venturini. “Il carcere non deve essere un luogo di conferma del destino segnato, fatto di marginalità ed esclusione – dichiara Vito Minoia, presidente del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere -. Grazie alle sue peculiarità creative e artistico espressive, il linguaggio teatrale diventa uno strumento privilegiato di intervento, fuoriuscendo dagli schemi imposti e individuando forme di conoscenza in grado di far fronte a una vera e propria emergenza educativa”.
Un’edizione speciale, quella di Roma, che unifica due annualità a causa dei mutamenti dovuti alla pandemia, e che si colloca nell’ambito del Progetto Nazionale di Teatro in Carcere DESTINI INCROCIATI con il contributo del Ministero della Cultura, Direzione Generale Spettacolo, ai sensi dell’articolo 41 D.M. 27 luglio 2017 n. 332, Promozione/Progetti di inclusione sociale ed è promossa in rete da 22 organismi aderenti al Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, avendo come soggetto capofila l’Associazione Teatro Aenigma. La rassegna DESTINI INCROCIATI si svolge in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’ Università degli Studi Roma Tre, con il Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, Associazione Nazionale Critici di Teatro ed è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione AGITA, la Compagnia AdDentro/Associazione Sangue Giusto, Fort Apache Cinema Teatro.
Una rassegna che presenta spettacoli, frutto di laboratori produttivi realizzati con detenuti, una sezione dedicata alla proiezione di video, strumento indispensabile per documentare le esperienze di teatro in carcere, laboratori, sia di accompagnamento alla visione degli spettacoli, curati da Agita (associazione nazionale e agenzia formativa), sia di critica teatrale, in collaborazione con l’ANCT (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), sezioni di studio, convegni, conferenze e presentazioni editoriali. Un progetto articolato, quindi, in grado di restituire un ampio panorama delle nuove esperienze drammaturgiche sperimentate da registi e autori professionisti che, da anni, lavorano sul campo con detenute e detenuti, spesso direttamente coinvolti anche nel processo di scrittura e allestimento.
Apre la programmazione l’anteprima, mercoledì 17 novembre (ore 16.00, Casa di Reclusione di Civitavecchia) La svolta, studio da “Quai Ouest” di Bernard-Marie Koltès. Interpretato dagli allievi attori della compagnia AdDentro della Casa di Reclusione “G. Passerini” di Civitavecchia e riscritta collettivamente dai partecipanti al progetto Fortezza/Matrioska – Officine di Teatro Sociale 2021 – Assessorato alla Cultura Regione Lazio, La svolta, diretto da Ludovica Andò, porta in scena l’umanità ai margini che popola una zona portuale dismessa in cui l’arrivo di un uomo ricco, che ha scelto quel luogo per togliersi la vita, risveglia in tutti la speranza nella “svolta”, solleva gli sguardi dal fango dell’hangar, rompe qualsiasi patto e regola di convivenza. Il tono crudo e disilluso di Koltès si mescola a quello onirico e ottimista del racconto di Zavattini “Totò il buono” (all’origine di “Miracolo a Milano” di De Sica), grazie anche alle improvvisazioni e ai racconti personali degli attori. Il lavoro teatrale, attualmente in fase di creazione, partendo dai testi originali e traducendoli nel linguaggio degli interpreti, si concentra sulle dinamiche relazionali della comunità carceraria, la solidarietà interna e il senso di appartenenza, le regole non scritte, in una storia in cui nessuno è bianco o nero, ma tutti sono grigi, infangati dalla vita stessa e il confine tra buoni e cattivi non esiste.
Dopo l’anteprima la rassegna si sposta, giovedì 18 novembre, presso il Teatro Palladium. Alle ore 10, dopo i saluti istituzionali, avrà luogo la tavola rotonda FILMARE IL CARCERE, con Mimmo Sorrentino (drammaturgo e regista teatrale), Bruno Oliviero (sceneggiatore), Salvatore Striano (attore), Valentina Venturini (professoressa di Storia del Teatro, Università Roma Tre), Vito Zagarrio (professore di Cinema, Televisione e Fotografia, Università Roma Tre), Antonio Calone (acting coach). Nel corso della mattina saranno presentati i film Cattività e Ariaferma.
CATTIVITÀ, documentario diretto da Bruno Oliviero, racconta il percorso di emancipazione e reinserimento sociale avvenuto in alcune detenute nel Reparto di Alta Sicurezza femminile del carcere di Vigevano, attraverso un’esperienza quadriennale di teatro condotta da Mimmo Sorrentino, pluripremiato regista, drammaturgo e teorico del teatro partecipato, nell’ambito del progetto “Educarsi alla libertà”.
Lea Dicursi e Antonio Calone presenteranno materiali inediti di lavoro e back stage da ARIAFERMA, un film di Leonardo Di Costanzo con la sceneggiatura di Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella, interpreato, fra gli altri, da Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano. Nel film, ambientato in un carcere in via di dismissione, dove sono rimasti soltanto qualche agente e pochissimi reclusi, un piccolo gruppo di detenuti attende di essere trasferito in una nuova prigione ma, giorno dopo giorno, l’attesa li porta a dare sempre meno importanza alle regole. I prigionieri si ritrovano a formare una nuova comunità, seppur molto fragile. Alle ore 15.00 l’associazione Per Ananke e la compagnia “Le Donne del Muro Alto” saranno in scena con “RAMONA e GIULIETTA”, Quando l’amore è un pretesto – Tragicommedia in atto unico. Personale rilettura di una delle più celebri opere shakespeariane da parte delle attrici detenute della casa circondariale femminile di Roma Rebibbia, con la regia di Francesca Tricarico, lo spettacolo nasce dalla voglia di scardinare quello che ancora oggi è un tabù fuori e dentro le mura carcerarie, l'amore tra due donne che nonostante i pregiudizi trovano la forza di amarsi. Uno spettacolo scritto e fortemente voluto dalle attrici detenute e dalla regista per raccontare come l'amore, così come il teatro, può divenire un pretesto per interrogarsi su come e quanto il carcere sia una potente lente d’ingrandimento della società esterna.
Alle ore 16.30, presso Moby Dick – hub culturale la tavola rotonda IL TEATRO IN CARCERE: tra buone prassi e iniziative legislative. Dopo oltre trent'anni di esperienze professionali di teatro in carcere è arrivato il momento di dare una maggiore attenzione legislativa da parte delle istituzioni governative e regionali a questo specifico settore del teatro italiano, una questione urgente e fondamentale per dare stabilità, maturazione e nuove prospettive a tutto il mondo professionale del teatro in carcere, alle sue attese, al suo profondo senso sociale.
La rassegna prosegue alle 18,45, presso il Teatro Palladium per I SOPRAVVISSUTI del Teatro Universitario Aenigma e della Compagnia Lo Spacco performance teatrale ispirata ai racconti di Primo Levi, per la regia di Francesco Gigliotti, con gli attori detenuti della Casa Circondariale di Pesaro. La messa in spazio della performance nasce dalla impossibilità di rappresentare quel vissuto atroce dei protagonisti, sopravvissuti a un destino di morte e dolore.
Conclude la serata, alle ore 21.15, QUESTO È IL MIO REGNO, con Cosimo Rega, il coordinamento artistico di Fabio Cavalli e la consulenza drammaturgica di Valentina Venturini. Lo spettacolo sarà presentato alla presenza di Marta Cartabia, Ministra della Giustizia e Luca Pietromarchi, Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre. Cosimo Rega si forma come attore sulle tavole del palcoscenico del Teatro Libero di Rebibbia e, dal 2002 ad oggi, percorre una strada d’arte fra teatro e cinema, fino ad essere fra i protagonisti di Cesare deve morire, dei fratelli Taviani, Orso d’Oro a Berlino. Ritrovata una parziale libertà fuori dalle mura penitenziarie, Cesare ripercorre il proprio cammino di formazione e trasformazione, attraverso il teatro, da “Sumino il Falco”, combattente nelle file della camorra nella Campania degli anni ‘70/80, fino al “Prospero” della Tempesta shakespeariana, il re sconfitto che infine tutto perdona ai suoi nemici, chiedendo in cambio, per sé, il perdono del giudice che lui stesso si è cercato e trovato: il pubblico.
La mattina di venerdì 19 novembre (dalle ore 8.30 alle 12.00) sarà dedicata alla prima sessione della RASSEGNA VIDEO, a cui seguirà, alle ore 12,15, IT’S JUST A GAME di Teatro Metropopolare, con Robert Da Ponte e la regia di Livia Gionfrida. Dal dicembre 2019 Metropopolare porta avanti un’indagine sul capitalismo e sul ruolo che il denaro ha nella nostra società e nelle nostre vite. Un performer in pigiama prova a fare il punto sulla situazione, mescolando teorie economiche e legge di Murphy, con l’aiuto di Shakespeare, Bob Dylan e dell’ex presidente Trump. Una riflessione tragicomica sul mondo globale.
Alle ore 15.00, presso Moby Dick – hub culturale, si terrà la tavola rotonda IDENTITÀ e FORMAZIONE. A 10 anni dalla fondazione del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere. Grande la soddisfazione per i legami, le alleanze e le collaborazioni a livello istituzionale e per le sinergie tra le compagnie e gli artisti che operano in diverse realtà anche distanti, che si sono riusciti ad impostare in dieci anni. È tuttavia necessario lavorare ancora di più per la formazione di chi, volendo fare teatro in carcere, ha bisogno di specifica preparazione, e per chi opera all’interno delle carceri, educatori e guardie carcerarie, per avviare al più presto dei percorsi più articolati e continuativi per l’aggiornamento in entrambe le direzioni.
Attesissimo l’appuntamento con il PREMIO ASSOCIAZIONE NAZIONALE CRITICI DI TEATRO (ore 17.00), che ogni anno l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro assegna a personalità, progetti, realtà emergenti del mondo dello spettacolo. Nato come espressione dell’Associazione agli inizi degli anni Ottanta, il Premio è stato assegnato ad attori, registi, drammaturghi, scenografi, costumisti, illuminotecnici, ma anche a studiosi, organizzatori di eventi e festival, case editrici, pubblicazioni, realtà ed artisti emergenti, non scegliendo infatti di rappresentare categorie predefinite ma di dedicare la sua attenzione a tutta la filiera del “fare teatro”. Da alcuni anni si sono aggiunti ai premi anche il premio alla carriera “Paolo Emilio Poesio” e quelli gemellati con due prestigiose riviste teatrali, il premio Hystrio-Anct ed il premio Catarsi-Teatri delle diversità-Anct.
Conclude la serata, alle ore 21.15, ULISSE O I COLORI DELLA MENTE del Teatro Popolare d’Arte, primo episodio della trilogia Il teatro del mare, portato in scena da Gianfranco Pedullà con gli attori/musicisti detenuti nell’Isola di Gorgona. Dal settembre 2019 è stato realizzato nella Casa di Reclusione di Gorgona un laboratorio di teatro e di musica dal titolo “Il teatro del mare” che ha la finalità di offrire ai detenuti un’esperienza fondata sulla comunicazione sociale attraverso i linguaggi della scena. Pietro Citati ha definito Ulisse “l’uomo dalla mente dai mille colori”, uomo dai mille volti, dagli innumerevoli viaggi, dalle mille avventure, in lui si racchiudono tutte le caratteristiche dell’uomo dall’antichità ad oggi. Lo spettacolo è vincitore del Premio Anct 2020 Catarsi – Teatri della Diversità. “Un Premio che è da considerare in un tutt’uno – ha spiegato il presidente dell’Anct Giulio Baffi nel corso dell’annuncio – per uno spettacolo, per i suoi protagonisti, per un tenace, prezioso, maestro guida/regista, Gianfranco Pedullà, e per chi ha reso possibile questa attività di teatro in carcere e il suo superbo esito credendoci fermamente e agevolando il superamento di tante difficoltà, il direttore Carlo Mazzerbo”.
L’ultimo giorno di rassegna, sabato 20 novembre si aprirà alle ore 9.00, fino alle 13.00 presso i locali del DAMS Università Roma Tre - aula 1 con la seconda sessione della RASSEGNA VIDEO. Alle ore 15,30 la parte conclusiva si svolgerà presso Moby Dick – hub culturale con LUNGIMIRANZE. Scuola e teatro carcere per l’innovazione, confronto tra educatori, formatori e studenti sull’esperienza della rassegna e presentazione del volume “Il bosco buonanotte”, realizzato dall’associazione Voci Erranti con i detenuti, in regime di Alta Sicurezza, nella Casa di Reclusione R. Morandi di Saluzzo (CN). L’incontro, centrato sulla sperimentazione di modalità e pratiche di accompagnamento alla visione degli spettacoli, destinate a insegnanti, studenti, operatori culturali e spettatori interessati, è a cura del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere e di AGITA.
Concluderà la rassegna, alle ore 19, allo spazio Rossellini, DESTINAZIONE NON UMANA, scritto e diretto da Valentina Esposito, prodotto da Fort Apache Cinema Teatro. Sette cavalli da corsa geneticamente difettosi condividono forzatamente la vecchiaia in attesa della macellazione. Nel gioco scenico e drammaturgico, l’immaginifica vicenda di bestie umane diventa pretesto per una riflessione profonda sul tema tragico della predestinazione, della malattia, della morte, della precarietà e brevità dell’esistenza, della responsabilità individuale rispetto alle scelte maturate nel corso della vita. Destinazione non umana, favola senza morale, amara e disumana quanto può esserlo una fiaba, costruita sulle solitudini alle quali ci costringe il tempo che viviamo e sul pensiero della morte, sul vuoto lasciato da chi se n’è andato, sul dolore, la rabbia, la paura, è la nuova produzione del gruppo FORT APACHE CINEMA TEATRO, costituito da attori ex detenuti, formati all’interno delle carceri di provenienza e oggi professionisti di cinema e palcoscenico.
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